domenica 16 giugno 2019

California on the road



Eccoci, finalmente trovo un momento per scrivere questo post. È da tanto che volevo farlo, è passato ormai un anno dal viaggio in California e oggi voglio raccontarvi il più possibile. Generalmente riesco a non essere prolissa, ma ho la sensazione che questo sarà un articolo più lungo del solito. Quindi se vi va, mettetevi comodi e fate buon viaggio insieme a me ; )



Partiamo dal principio, io sognavo di visitare gli Stati Uniti e in particolare la California da quando avevo 13 anni e guardavo The O.C. con le disavventure di Ryan, Marissa and company.  Quasi tutti i film sono girati negli States, quindi poter respirare quell'aria era un desiderio che avevo da tanto tempo. Anche Richi aveva questo sogno, più per motivi musicali che non cinematografici, quindi abbiamo deciso assieme di organizzare questo viaggio on the road tra California, Nevada e Arizona.


Una volta individuata la meta, rimaneva tutto il resto. Noi abbiamo cominciato ad organizzare il viaggio a febbraio, per poi partire  a Giugno.  Abbiamo scelto giugno sperando che le temperature, soprattutto nel deserto, non fossero troppo alte. In effetti il clima era perfetto, fatta eccezione per Las Vegas, ma approfondiremo più  avanti...

Una volta prenotati i voli, con partenza da Roma, abbiamo cominciato a preparare l'itinerario. Ma ecco il primo piccolo intoppo: volendo noleggiare una macchina, abbiamo dovuto richiedere alla nostra banca le carte di credito. Una volta arrivati in banca ci hanno detto che non era un'operazione immediata e avevamo il tempo appena sufficiente per sperare di fare tutto in tempo. Abbiamo passato alcune settimane con l'incertezza di poter noleggiare un'auto e questo ha comportato la necessità  di stilare un piano B con gli spostamenti in treno. Vi lascio immaginare la mia ansia da maniaca del controllo... Per fortuna tutto è  andato per il meglio e abbiamo potuto noleggiare l'auto tramite Alamo,  compagnia affidabile che mi sento di consigliarvi nel caso voleste noleggiare un'auto negli USA. Quindi tornando a noi, il consiglio numero 1 è quello di preoccuparvi per tempo di avere una carta di credito. Altro suggerimento è quello di assicurarvi che la vostra carta o bancomat possano essere utilizzati fuori dall'Europa, altrimenti sarà impossibile anche solo prelevare del denaro.

La nostra macchina... ah no, non era questa!

La seconda fase organizzativa riguardava l'itinerario in sé con annessa prenotazione degli alberghi. Noi avevamo 12 giorni a disposizione, dunque abbiamo deciso di trascorrere le prime 3 notti a Los Angeles, per poi spostarci a San Diego per due notti e da lì dirigerci verso Palm Springs e il Joshua Tree National Park. Abbiamo lasciato La Vegas  e il Grand Canyon come ultima tappa del viaggio prima del volo di ritorno da Los Angeles.


Molte persone mi hanno chiesto come abbiamo fatto a organizzare tutto da soli senza l'aiuto di un'agenzia. Può sembrare molto complicato, ma in realtà con pazienza e attenzione si può fare. Per gli alberghi ci siamo affidati a Booking e non abbiamo avuto alcun problema. Chiaramente è importante informarsi su tutto ciò che occorre per poter viaggiare negli Stati Uniti. Prima cosa fondamentale è il visto, che potete richiedere  tramite diversi siti internet. Noi abbiamo utilizzato il sito ufficiale dell' ESTA USA, che vi guiderá nella compilazione della domanda. Anche questa è  un'operazione da fare per tempo. Se poi volete godervi il viaggio in serenità,  vi suggerisco di partire con una copertura assicurativa. Anche per quello abbiamo sbrigato tutto online.

Ma ora veniamo alla parte più bella, a quella che riguarda le emozioni e le sensazioni che questo viaggio ci ha regalato. Mentre scrivo ascolto Scar Tissue dei Red Hot Chili Peppers che mi aiuta a ricordare ogni sensazione e le immagini sono ben impresse nella mia testa. Io adoro i Red Hot e a Los Angeles sono stati una colonna sonora immancabile...

...

Dopo tante ore di volo, circa 15, atterrare a Los Angeles è stato travolgente. Finché si è dentro l'aeroporto non si realizza appieno di essere così lontani,  ma una volta che ci si affaccia all'esterno l'inconfondibile atmosfera californiana si fa sentire con tutta la sua forza. Ovviamente abbiamo preparato una lunga playlist da poter ascoltare in macchina e a Los Angeles, oltre ai Red Hot, altri  protagonisti indiscussi sono stati 2pac e Snoop Dog. Giuro che attraversare le larghissime strade piene di palme e tralicci con quel sottofondo musicale è un'esperienza che merita. Los Angeles è una megalopoli e per questo avere una macchina a disposizione è la scelta migliore. Ha un fascino unico, ma ovviamente non ci si può aspettare l'arte e la storia a cui siamo abituati in Italia e in Europa. Bisogna partire con la consapevolezza che gli Stati Uniti hanno un'atmosfera tutta loro, che inevitabilmente ci fa sentire protagonisti di un film. Come vi dicevo la musica è stata una colonna sonora indispensabile. Potevamo arrivare alla spiaggia di Santa Monica senza la sigla di Baywatch in sottofondo? Oppure potevamo attraversare le strade di Bel Air senza Willy a tenerci compagnia ?? Per non parlare di Beverly Hills... Insomma, è stato davvero tutto bellissimo. Le tappe imperdibili sono Beverly Hills con la famosa Rodeo Drive, l'osservatorio Griffith, Santa Monica e Venice Beach, la Walk of fame e Olvera Street. Forse il luogo in cui mi sono sentita maggiormente immersa nell'atmosfera los angeliana è  Venice Beach,  che ti accoglie con musica, ballerini, skater e tutti i tipici personaggi californiani. Vi suggerisco di vederla di giorno, la notte pare non sia sicurissima e c'è poco da vedere. Los Angeles ci ha dato il benvenuto in California  con i suoi artisti, la sua musica e le sue larghe strade. Ci ha accolto da subito in modo naturale, spontaneo e con un'energia unica. Cercare i nomi delle proprie star del cuore sulla walk of fame, vedere la mitica scritta di Hollywood sulle colline, passeggiare sulle spiagge più famose al mondo e mangiare panini come se non ci fosse un domani (anche scheggiarsi un dente mangiando un hot dog di dimensioni improbabili...) sono tutte esperienze uniche.



Anche io sono sulla Walk of fame















Il menù di quasi due settimane e sono pure riuscita a dimagrire!!





Dopo i primi giorni a Los Angeles siamo partiti per San Diego con i Fu Manchu in sottofondo e quelle che dovevano essere massimo 3 ore di macchina sono diventate almeno 6 per via del traffico... anche questo è un aspetto da tenere in considerazione. San diego, la città al confine con il Messico e che dovrebbe essere la più soleggiata, ci ha accolto con un cielo grigio che non ci ha permesso di apprezzarla al 100%. 
La prima tappa è stato il quartiere di Gaslamp, dove si possono trovare un'infinità di locali. Noi ci siamo concessi una birra fresca e poi una cena in un tipico pub americano, uno di quelli con diecimila schermi TV in cui trasmettono partite di baseball o basket. Un aspetto che ci ha colpito molto della California è la cordialità e la voglia di socializzare degli americani. Se volete visitare San diego, non potete perdervi la Jolla, paradiso dei surfisti e delle foche (puzzano un po' ma sono carine). Merita davvero tanto anche la Old town dove vi sembrerà di essere in Messico  o in un film western. Molto bello anche il Balboa Park e, per chi non è contrario, anche lo zoo. Noi non lo abbiamo visitato, ma è uno dei più grandi e completi al mondo.










Lasciata San Diego ci siamo diretti verso la Sky Valley e Palm Springs. 
Avete presente le infinite strade americane in mezzo al deserto? Ecco, lo scenario era proprio quello e qui la colonna sonora principale sono stati i Kyuss e gli Yawning Man. Forse questa è stata una delle tappe che ci ha colpito ed emozionato di più,  stare due giorni vicini al deserto ci ha permesso davvero di staccare la spina. Noi abbiamo alloggiato a Palm Springs, una perla del deserto frequentata da famose star di Hollywood e icone come Elvis Presley. Qui la temperatura superava i 35 gradi e passeggiare a lungo era difficile. La prima sera abbiamo deciso di cominciare a visitare il Joshua Tree National Park, un paradiso dove regnano il silenzio e i colori caldi del tramonto. Dimenticate la connessione internet e portate con voi cibo e acqua perché non troverete negozi all'interno del parco. Vista la superficie di oltre 3.000 km2, il modo migliore per poterlo visitare è con l'automobile. Trascorrerete diverse ore immersi nella natura, tra piante grasse e rocce dalle forme spettacolari, tra cui la famosa Skull  Rock. Essendo davvero immenso, abbiamo deciso di dedicare anche la giornata successiva all'esplorazione del parco in tutti i suoi angoli. Seguite con attenzione i suggerimenti che troverete nelle guide e potrete visitare il parco in tutta tranquillità. Io ricordo quella giornata come la più bella e rigenerante del viaggio. È stato talmente intenso che io e Richi ci siamo dimenticati di mangiare. Poi però una volta usciti dal parco abbiamo trovato un particolarissimo saloon che dall'esterno sembrava un affascinante cumulo di rottami, ma all'interno ci ha accolto con musica e un profumo inebriante di hamburger e patate croccanti.










Cima, una città fantasma che abbiamo incontrato lungo la strada per Las Vegas


Dopo il silenzio del deserto e interminabili ore di viaggio, una rovente e chiassosa Las Vegas ci ha accolto per l'ultima parte del viaggio. Non dico rovente tanto per dire, io veramente non avevo mai sentito così caldo in tutta la mia vita. E nemmeno le ore notturne o l'alba concedono un po' di tregua. Las Vegas è veramente una giostra nel deserto del  Nevada. È incredibile notare come tutto intorno sia spoglio e calmo. Prima tappa è stato il famoso Las Vegas sign, dove si deve per forza scattare una foto. Vedere una lunghissima fila ci ha inizialmente scoraggiato perché aspettare sotto il sole con 47 gradi non è esattamente piacevole. Però abbiamo subito notato che si potevano scattare belle foto anche spostandosi leggermente di lato. Ed ecco che abbiamo elegantemente saltato la fila da perfetti italiani. Giuro peró che nessuno ci ha urlato contro, tutti avrebbero potuto farlo se avessero voluto scattare una foto con un'angolazione un po'  più laterale. Dopo la foto siamo arrivati in albergo... gli alberghi a Las Vegas, oltre a essere l'unica vera attrazione, sono delle vere e proprie città. Quindi ciò che si fa è osservarli nei dettagli e nella loro stravaganza. L'Italia è  protagonista con le fontane del Bellagio e la brutta copia della nostra splendida Venezia. Potevamo poi non tentare la sorte in un Casinò? Inutile dire che il viaggio non ce lo siamo ripagato... ma il vero motivo per cui abbiamo deciso di stare a Las Vegas è  perché da lì partono numerosi tour per visitare il Grand Canyon. Se non soffrite di mal d'auto, anzi di mal d'autobus, potete optare per uno di questi tour. Circa 12 ore di pullman passando per la storica Route 66 per poi arrivare in Arizona e da qui alla sponda sud del canyon, una guida tipicamente americana, dei sandwich inclusi nel prezzo e il Grand Canyon che infine ci accoglie con la sua immensità che lascia senza fiato. Sentirsi minuscoli di fronte a questa meraviglia è inevitabile. Anche qui il caldo era tanto, ma tutto passa in secondo piano quando si trascorrono giornate così intense e travolgenti.










Ultimo giorno di viaggio e ci mettiamo in auto per tornare nella ormai "nostra" Los Angeles. La temperatura scende grazie alla brezza dell'oceano e per l'ultima sera decidiamo di tornare a Venice Beach. Qualche souvenir dell'ultimo minuto, una finta pizza italiana, ultima passeggiata a Santa Monica e poi si chiudono le valigie per rientrare a casa.

Non so se sia riuscita a trasmettervi almeno un pizzico delle emozioni che questo viaggio ci ha regalato, tutto è  stato intenso e pieno di profumi, suoni e colori che sarà impossibile dimenticare.

A presto...


Maison Coco